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Entrambi i disegni rappresentano atti di cyberbullismo . Il primo  episodio è capitato un po’ a tutti: davanti a uno schermo , insulti e intimidazioni nei commenti di una foto che ha avuto pochi like.  Commenti come “ sei brutta”, “non sei abbastanza” , “dovresti essere…” , che hanno la capacità di buttare giù una persona in pochissimo tempo , di far crollare le autodifese e di farla diventare UNA VITTIMA. E lì sono lacrime.

Nel secondo disegno lo scenario non cambia molto. Il ragazzo, insultato per i suoi capelli rossi , per le lentiggini e per i vestiti demodè , ritrova questi commenti online, su facebook e su twitter , ed è perseguito dai likes che ottiene (pochi) su una foto. Fermiamoci un momento a riflettere su quanto ,ormai, la nostra vita dipenda da degli inutili pollici in su e a come ci disperiamo se sono meno di venti. Quando sono pochi , allora ,  tendiamo a cambiare noi stessi , per averne di più , al suono della fatidica domanda “cosa c’ è che non va in me!?” Da li il percorso è segnato. Diventiamo altre persone : il web e i bulli hanno vinto.

Una domanda che perseguita la gente che studia il fenomeno del bullismo è "perché?" 

Perché della gente si sente in potere di giudicare e discriminare una persona. Ma cosa prova un bullo mentre compie il suo atto? Soddisfazione? Senso di superiorità? Non provano neanche per un attimo ad immedesimarsi nella persona che stanno bullizzando? In realtà, forse, non sono neanche consapevoli di ciò che stanno procurando ad un'altra persona, vedono in ciò solo un passatempo. Ma sappiate che la persona che state prendendo in giro sta soffrendo ed è proprio questo che non entra nell'ottica della gente. La sofferenza conduce, talvolta, a compiere gesti estremi, da cui non si torna indietro. La vita è una, quindi vivi e lascia vivere.

Appuntamento online a "lieto fine"

DAVIDE spettatore: …”ed ero lì in cortile che organizzavo la partita, si decideva una formazione vincente e come sempre lei era li sotto il grande albero del cortile con il libro in mano. Com’è dolce quando studia… quando è concentrata… e poi… quei capelli morbidi color miele e quegli occhi misteriosi… e… lasciamo stare… anche perché stanno arrivando loro, le “belle anatre della scuola”, sghignazzanti e maliziose. Ecco, le danno uno spintone, le fanno cadere il libro e ridono. E io? E gli altri che stanno a guardare la scena? Immobili! Che stupido, che scocchi. E i miei compagni di squadra? Pronti a darmi il consiglio: Cosa guardi imbambolato? Ma la vedi com’è? Praticamente HORROR!! Suona la campanella.

 

CLAUDIA capobullo: … salire sull’autobus e cercare le mie amiche è il momento più importante del giorno. Abbiamo già preparato il piano sul nostro gruppo whatsapp: La Sfigatella, in onore a lei, la più brutta, secchiona, antipatica della scuola. Oggi sarà coperta di ridicolo! Sabrina, Virginia, Debora dove siete? Eccovi! Lontano dalla SFIGA MUMMIFICATA! La pendrive è nello zaino di Virginia! La scritta in rosso “sono grassa, sono brutta, sono Laurella la sfigatella” è il nostro motto. 100 amici su FB basteranno; e durante l’intervallo pubblicheremo con 100 tag. Appuntamento in corridoio, siamo grandi! E finalmente Davide non resterà imbambolato a guardare Laura con occhi pietosi. Riderà anche lui. E lei, la Sfiga in persona con i suoi vestiti demodè, l’apparecchio e gli occhiali alla Bridget Jones? E la sua collezione di 10 sul registro elettronico, faranno ridere 100 profili Facebook, e mi raccomando, il consiglio è quello di condividere e taggare sempre più amici. Laura diventerà lo zimbello del pianeta.

 

LAURA vittima: … benedetta sveglia! Uff. Si, si ci sono, ho aperto gli occhi!! Ok devo andare a scuola… già. Vorrei tanto restarmene a letto, tanto lì, a scuola, o ci sono o non ci sono non fa alcuna differenza. Comunque mi alzo, vado in bagno. Buongiorno specchio, ti odio! Più che odiare te, odio quello che rifletti: una ragazza di 14 anni, la faccia grassa, i capelli secchi di un colore insipido, una collezione di brufoli sulla fronte e un odioso apparecchio ai denti. Distolgo lo sguardo, non ne posso più! Non ne posso più di essere me stessa e di esistere senza essere la protagonista della mia vita. Ok, vado a fare colazione. Come ogni mattina mia madre mi parla e io come sempre non la ascolto. Pur volendole parlare, lei non capirebbe quello che mi sta succedendo. Guardo l’orologio, è ora di andare, l’autobus, quel mezzo infernale privo di ossigeno, luogo di incontri per me privi di senso, è all’angolo della strada pronto a condurmi nel luogo dove proprio non ci voglio andare, la scuola. Sia chiaro, ho studiato, sono preparata ma questo è anche un altro punto a mio sfavore. Brutta, grossa, “ brufolosa” e secchiona. Ciao Laura! L’unico che saluta è l’autista, come al solito. E come al solito raggiungo quel “solito posto”, apro quel “solito libro”, alzo lo sguardo e le vedo, le “solite ragazze” al “solito posto”. Sono loro che mi stanno rovinando il mio primo anno di liceo e per dirla tutta, la mia vita; vestite alla moda, truccate e pettinate alla perfezione, una accanto all’altra mi stanno guardando con disprezzo. Bisbigliano qualcosa e poi ridono. Finalmente a scuola… alla ricerca della cosa più bella che puoi, che vuoi, di tutta la scuola. Lui, Davide con gli occhi grandi e blu come il cielo, no , meglio come il mare e i capelli biondi come il coro degli angeli del paradiso. Ovviamente lui non mi degnerà di uno sguardo, ma in compenso io, dopo questa visione celestiale non mi pentirò di essere andata a scuola oggi. Ore 10.20: ricreazione: meglio aspettare per andare in bagno potrei incontrare le 4 iene e chissà cosa mi combinano oggi. Guardo il cielo affacciata alla finestra, oggi ha in colore degli occhi di Davide… penso a Claudia, sempre all’altezza di ogni situazione, così sicura di sé… innamorata di Davide dagli occhi blu… non ha da temere rivali. E soprattutto non ha da temere me. “Laura!” È Vanessa che guarda il cellulare… mi avvicino per chiedere cosa stava succedendo e scopro… io, sul suo profilo… una foto bruttissima mia con una scritta in rosso: sono grassa, sono brutta, sono Laurella la sfigatella! I miei occhi si riempiono di lacrime, mi sento mancare, ci sono 100 tag su quella foto, compreso Davide… E io sono più brutta che mai. Devo scappare… fuggo… mentre le lacrime mi rigano il volto, e mentre attraverso i corridoi tutti mi guardano, tutti che ridono, tutti con il cellulare tra le mani… C’è anche Davide. Mi guarda, i suoi occhi sono diventati grigi, lui non ride. Abbasso la testa e fuggo… Voglio scomparire per sempre... colpita e abbattuta su tutti i fronti, anche nel mio mondo virtuale.

 

CLAUDIA e il suo clan: Missione compiuta ragazze. Annientata! Distrutta! Fuori da tutto! Sfigatella eliminata, chiuderà il suo profilo e speriamo che cambi scuola… ehi, ma dov’è finito Davide? Non lo vedo più…

 

DAVIDE spettatore: scendo in cortile, voglio raggiungerla, non mi fa pena, lo giuro. Ho paura per lei. Prima cosa da fare è eliminare i tag da questa foto che sembra essere una pistola, un’arma letale. Ok! È meglio che scrivo un post su  Facebook con i 100 tag. Compresa Laura, devo fare qualcosa, Laura è tanto fragile, sensibile, ho paura che possa fare qualcosa. Scrivo: Ciao amici! Oggi ho una bella cosa da raccontarvi: Sapete, Laurella la sfigatella, che tutti voi avete sul vostro profilo, si proprio lei è una ragazza meravigliosa. Adoro la sua sensibilità, la sua spiccata intelligenza, il suo cuore immenso e persino la sua collezione di brufoli”.

 

LAURA: Finalmente a casa! Mamma per piacere lasciami in pace! Anzi, per piacere fai di più! Cambiamo città, trasferiamoci al polo nord. Mamma, per piacere… Bip Bip… è il suono del telefono... una notifica Facebook… ho paura… apro… “Davide ti ha taggato in un post, controlla per aggiungere al diario”. Stavolta piango di più, è troppo bello ciò che Davide vuole condividere con i suoi amici. Scrivo a Claudia!! In chat privata. “Cara Claudia, non so perché mi hai fatto questo, io davvero non ti ho fatto nulla, ho cercato più volte di diventare tua amica, ma tu mi hai sempre snobbato. Avrei voluto essere come te, bella, affascinante e corteggiata, chissà avresti potuto darmi dei consigli, invece mi hai fatto tanto male. Perché Claudia? Io sto male davvero…

 

ClAUDIA: “… Perdonami… resta così come sei… sono io che non posso competere con te… ti prego perdonami…”

 

I GENITORI: Laura non è più la stessa… c’è ma non c’è… non risponde, è taciturna, inventa scuse e sembra che la scuola sia diventato il suo incubo. Stamattina è rientrata improvvisamente… Il cappuccio della felpa le copriva il volto… aveva pianto… mi ha detto di lasciarla in pace, o di cambiare città. Guardo mio marito, è preoccupato. Decidiamo di chiamare Vanessa e lei ci racconta tutto. Cosa facciamo andiamo alla Polizia? A scuola? A casa di Claudia? Un posto per volta… Andiamo da Claudia… I suoi genitori sono sbalorditi e vogliono prendere seri provvedimento… alla Polizia non ci arriviamo perché davanti alla macchina troviamo Laura, Claudia e Davide… Stanno parlando, non litigano, stanno chiarendo. Cosa facciamo? Ah com’è difficile il compito di genitori!

Ore 21:00- Profilo Facebook di Claudia: Ciao raga. Non ci sono parole per quello che ho fatto stamattina. Ok ho sbagliato! Non ci sono parole, ma possono esserci fatti: sabato alle ore 19:00 ho organizzato una festa dell’amicizia; dove? Nella palestra della scuola. Non stupitevi ma la preside mi ha dato l’ok perché sarò io a pulirla per un mese!! Si si, io pulirò la palestra per un mese e dovrò fare a meno di Facebook per lo stesso mese. Espiare le colpe? Punizione? È pur sempre ciò che merito e forse è anche poco. A presto… con una nuova Claudia-con Davide e Laura presso il cancello della scuola.

… PERCHÉ CAMBIARE SI PUÒ, BASTA VOLERLO.

Titolo: Camminare correre volare

Autore: Rondinelli Sabrina

Casa editrice: Editore EL

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In “camminare” c’è la storia della vittima e della carnefice: Maria, studiosa, cicciotta e riservata e Asja, la cosiddetta bulla. Due quattordicenni, compagne di scuola molto diverse, ma nello stesso tempo capaci di condividere, dopo aver provato il vero dolore, il senso di solitudine che le anima. In "correre" c'è la goccia che fa traboccare il vaso da parte di Asja verso Maria, che finisce con una gamba rotta all'ospedale. Inevitabile la rivolta delle amiche e dell'istituzione contro "la ragazza cattiva". C'è anche la voglia di riscatto di Maria, succube anche di una famiglia dove i genitori sono persino fin troppo presenti e amorosi. Ecco allora che a contrastare il quadruccio bucolico della "Famiglia del Mulino Bianco" ci pensa Asja, con una madre depressa e un padre che s'è ne è andato via di casa troppo presto per conoscerlo. La svolta è in "volare"; un cambio direzione che passa per la punizione e la ricerca di sé. Dunque un libro che racconta di questi piccoli bulli, che crescono intorno a noi.

Nel testo sono ben riconoscibili i tre stadi del bullismo. Il primo è quello in cui due ragazze vivono due situazioni familiari e sociali molto diverse: l’una che vive in un ambiente ideale e l’altra che vive l’inferno…Ed ecco allora che il suo inferno vuole che lo vivano anche gli altri. Maria è la sua preda più facilmente attaccabile perché non sa ancora quanto può essere cattivo il mondo fuori dalle sue quattro mura!

Nel secondo stadio però c’è anche qualcosa di buono fuori dalle quattro mura ed è la solidarietà della amiche e delle istituzioni che non accettano che tali comportamenti rimangano impuniti e così fanno scudo contro chi è violento e autore di episodi di bullismo…

Infine, nel terzo stadio, tutti prendono la giusta direzione: chi ha sbagliato viene punito ma anche aiutato a riscattarsi perchè è un preciso dovere della società civile riabilitare; chi ha subito tali comportamenti capisce che la vita è il risultato di due forze  e cioè  il bene e il  male!!!!!!

                                                                                                                                                                                   - Kekko

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